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La sanità del Verbano Cusio Ossola continua a vivere una situazione di profonda criticità, definita dal senatore Enrico Borghi come una vera e propria “patologia cronica”. A testimoniarlo è il pesante disavanzo registrato dall’ASL VCO: oltre 42 milioni di euro, come evidenziato dalla delibera del 30 aprile firmata dal direttore generale Francesco Cattel. Un dato che supera anche le previsioni più pessimistiche e rende improrogabile, secondo Borghi, la riorganizzazione ospedaliera.

Nel suo consueto intervento sulle testate della stampa diocesana, il senatore e vicepresidente nazionale di Italia Viva torna sul tema, pur dichiarando di aver voluto evitare, inizialmente, ulteriori commenti su una vicenda che assomiglia “a una telenovela infinita”. Ma il rosso in bilancio – sottolinea – impone riflessioni serie e risposte immediate.

Tra le principali cause del deficit, Borghi cita la mobilità passiva, ovvero la crescente migrazione dei pazienti verso strutture sanitarie di altre regioni, in particolare della Lombardia. A questa si aggiungono l’aumento dei costi per i farmaci, inefficienze negli approvvigionamenti e una gestione dispendiosa dei due ospedali esistenti (San Biagio e Castelli), che genera diseconomie e scarsa qualità dei servizi.

“Non possiamo ignorare – aggiunge Borghi – il massiccio ricorso ai consulenti esterni e ai cosiddetti ‘gettonisti’, che aggravano la spesa pubblica. A fronte di tutto ciò, ci si chiede: sono stati dati premi di produzione alla direzione uscente, nonostante il disastro finanziario?”

Il parlamentare evidenzia anche che, per legge, l’ASL VCO dovrà rientrare in tre anni nel pareggio di bilancio, pena l’avvio di un piano di rientro regionale. “Ma come si pensa di farlo – si domanda Borghi – senza tagliare servizi e continuando a mantenere due presidi ospedalieri che generano costi fuori controllo? È una quadratura del cerchio impossibile”.

Infine, torna a chiedere trasparenza sul parere del Ministero della Salute, ancora non reso noto, riguardo alla proposta regionale di ristrutturazione dei due ospedali attuali. “La telenovela continua – conclude amaramente – i cittadini emigrano altrove per curarsi, e a pagare è sempre Pantalone. È ora di chiuderla, questa dinamica malata”.

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