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Don Massimo Bottarel, parroco di Villadossola, dove da alcuni mesi è stato affiancato don Renato Sacco, interviene nel dibattito sollevato dalle critiche di Luigi Songa (referente di Indipendenza) alle parole di don Sacco sulla parata del 2 giugno e sull’esaltazione delle forze armate.

"Le posizioni di don Renato affondano nel Vangelo, non in ideologie politiche"
Nella sua lettera a Songa, don Bottarel chiarisce subito alcune "imprecisioni". Sottolinea che le posizioni di don Renato e di Pax Christi non derivano da un’ideologia politica (di sinistra o di destra), ma affondano le loro radici in una fonte ben più antica: il Vangelo e la Dottrina Sociale della Chiesa. "Affermare che si seguano dei dettami che vengono dall’Unione Sovietica mi sembra andare a cercare funghi nel deserto… quando abbiamo i boschi ossolani vicino a casa," scrive don Bottarel, ironizzando sull’accusa di Songa.

Difesa nazionale e riarmo: un dibattito sull’efficacia e gli scopi

Riguardo alla difesa nazionale, don Bottarel ribadisce che don Renato e Pax Christi "non mettono in dubbio la liceità di difendersi." Piuttosto, mettono in discussione l’efficacia di questo tipo di difesa e "gli scopi veri di questo riarmo a tutti i costi." Fa un parallelo con chi, pur non mettendo in discussione l’esistenza di Israele, è "sgomento di ciò che succede a Gaza."

Un appello alla diplomazia e alla fratellanza
Il parroco suggerisce che, con maggiore "creatività e meno sudditanza verso certi interessi e certi stati e sovrastati," si potrebbe "pensare un modo diverso di sentirsi sicuri, rivalutando parole come diplomazia, amicizia tra i popoli, fratellanza, difesa civile."

"Entrare in una polveriera con una candela accesa"
Don Bottarel conclude con una metafora evocativa: "La fiamma di una candela è poca cosa ma entrare in una polveriera con una candela accesa non è proprio la cosa più razionale di questo mondo. E se in tanti entriamo in una polveriera con una candela accesa in mano… non so chi ne uscirà vivo!" Un monito a riflettere sulle conseguenze di un’eccessiva ostentazione militare in un contesto globale fragile.

Questa risposta di don Bottarel arricchisce il dibattito sulla pace, la guerra e il ruolo delle istituzioni, spostando il focus dal piano politico a quello etico e religioso.

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